Ancora in frenata l’export bresciano: nel terzo trimestre ammonta a 4,7 miliardi, con un calo del 9,4% rispetto allo stesso trimestre del 2022. In netta contrazione anche le importazioni (-19%), scese da 3,3 miliardi circa a 2,66 miliardi di euro. A osservarlo è il Centro Studi Confapi Brescia, rielaborando i dati Istat. Nell’analisi provinciale dell’export, l’Istat osserva che Brescia – insieme a Siracusa, Cagliari, Ascoli Piceno, Latina e Roma – è nel gruppo delle province che offre i contributi peggiori in termini di variazioni. Per Brescia, il terzo trimestre in frenata è in continuità con il forte calo che già era stato registrato nel secondo trimestre. A registrare un arretramento dell’export bresciano sono sia l’area Ue (-11% rispetto al terzo trimestre 2022; -12% la Germania, principale partner commerciale delle imprese bresciane) che il Nord America (-18,5%). In lieve controtendenza invece l’Asia (+3,2%).
Complessivamente, nei primi nove mesi del 2023 le esportazioni sono arrivate a 15,7 miliardi circa, in calo di oltre 1,1 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2022 (16,8 miliardi, -6,7%). In forte arretramento anche l’import, passato da 10,86 a 9,14 miliardi (-16%). Il saldo commerciale resta fortemente positivo, pari a circa 6,55 miliardi di euro (contro i poco meno di 6 miliardi dei primi nove mesi del 2022). “Il 2022 era stato un anno straordinario per l’export bresciano, seppur in parte gonfiato dalla forte inflazione, e quindi un assestamento era prevedibile – afferma il presidente di Confapi Brescia Pierluigi Cordua (nella foto) –. Negli ultimi mesi il calo dell’export è comunque evidente ed è chiaramente anche influenzato dalla fase recessiva che sta attraversando la Germania, il principale partner commerciale delle nostre imprese. Oltre a questo, il fronte geopolitico da un lato e le politiche aggressive sui tassi d’interesse non stanno aiutando gli investimenti e il sistema delle PmI. L’auspicio, tenuto conto che l’inflazione sembra oggi maggiormente sotto controllo, è che le politiche delle banche centrali possano portare presto a un ribasso dei tassi d’interesse, ridando quindi sollievo all’economia”.
A livello di singole aree, l’export nell’area Ue (come sempre il più pesante: rappresenta poco meno dei due terzi del totale) ammonta a 10,1 miliardi di euro circa (-9,3%), quello verso il Nord America a 1,2 miliardi (-10,9%). In calo anche l’export verso l’America meridionale (400 milioni circa; -8,3%) e verso l’Oceania e altri territori (100 milioni, -18%). In crescita invece l’export verso l’Africa (456 milioni, +22% circa) e soprattutto verso l’Asia (1.449 milioni, +5%). F.P.
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